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Pubblicata il 16/01/2004
Sentivo trillare campanellini piccoli e soavi
sentivo ridere e solleticare il sole sul mio viso,
sui miei occhi sentivo il tepore di un mattino primaverile
sotto la mia mano la fresca rugiada,
i miei piedi erano su fresca erba
l’aria era leggera e limpida
quasi rarefatta
i profumi degli alberi,dei frutti,dei fiori
si mescolavano con maestria
e uno ad uno bussavano alle mie narici
e chiedevano di entrare e con leggiadria mille e mille
fate accarezzavano il mio viso e
altre mille curavano le mie ferite…
dove mi trovavo?cos’era quel calore che mi avvolgeva….
Ho aperto gli occhi
e non lo avessi mai fatto,
ombre e urla strazianti,
sangue a fiumi e rocce fredde
sotto il mio corpo logoro
era stato breve un soffio
uno spiraglio di pace
svanito nel tempo
di uno sguardo
mancato.

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E anche questa è una poesia assolutamente unica, visionaria e febbrile, splendidamente scenografica come ormai sono abituato a leggere da parte tua... complimenti con bacione.
Michele

il 17/01/2004 alle 18:43