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Pubblicata il 06/05/2001
Sono felice,
felice di starmene qui,
sul cavalcavia.

Divide la città in due parti,
il cavalcavia:
centro a destra,
periferia a sinistra.
A destra s'ode un ronzio,
un ronzio continuo
ed un chiarore si diffonde
sopra ai tetti.
A sinistra c'è la pace,
la pace silenziosa,
ed il buio è intervallato
da tremule lampadine.

Sul cavalcavia,
i fari d'una macchina mi illuminano;
ma è un attimo, poi se ne va.
Sul cavalcavia passa una bicicletta,
mi guarda, il ciclista,
forse pensa che son matto,
ma non me ne importa.

Sono felice,
sul cavalcavia.
Felice di starmene solo
ad ascoltare
i rumori che si diffondono
nella notte:
i grilli, nel prato di sotto.
le fabbriche lontane.
la sala da ballo, laggiù, al centro.

Sul cavalcavia...
il fumo della mia sigaretta,
sale lento,
in larghe volute,
lo guardo e mi rattristo,
ma è un'istante.
Poi...
un rumore attrae la mia attenzione:
un gatto?
un altro animale?
un uomo?
ma, pensandoci bene,
non me ne importa,
non me ne importa niente.

C'è un'aria strana,
qui sul cavalcavia.
Mi piace,
sono,
una volta tanto,
felice.

Di sotto passa un treno,
si snoda seguendo il cono di luce
dei fari della locomotiva.
Ecco è passato...

Ma i miei pensieri fuggono,
ormai,
non li trattengo più.

A malincuore mi stacco,
da questo amico notturno.
...il cavalcavia.-

Udine.16.10.70
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