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Utente eliminato
Pubblicata il 21/12/2001


Il Profeta si accinge a colmare di luce calici di anime vuote.
La sua voce è il suono che tutto pervade,
la sua ombra il rifugio per il pellegrino stanco.

Al suo incedere sbocciano per lui strade di fiori e
quando alza gli occhi al cielo il sole s’inchina.

Oh Figlio perfettissimo che percuoti il mondo
col battito del tuo cuore,
che squassi col tuo perdono il petto degli uomini,
straripante di peccati innominabili,
ti prego non volgere il tuo sguardo puro su di me.

Chi sono io per stare al tuo cospetto?
Sono meno della polvere che il selciato lascia sui tuoi piedi.

Eppure oggi tu hai avuto pietà di me e
dinnanzi all’intrico di pene inestricabili del mio cuore
ti sei fermato, non hai voltato le spalle
inorridito dalla bruttezza che si cela in me,
ma hai sorriso tendendomi la mano.

Al tuo tocco l’oscurità glaciale
che mi rendeva prigioniera
si è disciolta, lasciando il posto
alla luce brillante della purezza.

Profeta, dallo sguardo mite e dal passo gentile,
figlio di un futuro straziato, adorato e odiato,
oggi io torno alla vita per mezzo del tuo perdono.

Sulla scia del tuo amore io percorrerò la strada per
tornare a casa, mano nella mano con te, come padre e figlia.

(Eleonora Segreto©Tutti i diritti riservati)
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