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Pubblicata il 23/10/2003
Questa è l'alba
che ancora infreddolita sbianca
le plumbee nubi (gli oscuri sogni)
levandole dirimpetto il mondo
da ogni ulteriore ricomposizione.
E i gesti che riprendono l'agitato moto
al pari dell'onde, montano
al dì che viene non senza fracasso
di schianto alle rocce frangiose
e fingono dormire (magre consolazioni):
il tempo le strapperà di forza
non senza cicatrici dall'Io roccioso.
Che fare se vivere è non fare
quel che si vuole fare?
Ma vivere? Di conquiste, di sconfitte,
di affetti o murati eremiti?
O contando le Lune e piantar una croce
nell'ultimo anno per farne un'equazione?
Io vivo perchè nutro delle speranze
non altro riesco immaginare
che la sorpresa di un loro sorriso.
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il sorriso delle speranze, amico mio, e' gia' il piu' bel sorriso, perche' apre a te le porte del desiderio..e non si e' piu' vivi solo quando si smette di desiderare!

il 23/10/2003 alle 12:23

e sì.....amica mia......però sai, c'è un passaggio segreto nelle cose che ci si arriva proprio smettendo di desiderarle....una progressione di pioli che si conficcano nella vita.....ma tant'è che a parlarne non se ne ricava niente......già la conoscenza dei propri limiti è un buo deterrente per non fasciarsi la testa prima del tempo.

un bacione

il 23/10/2003 alle 12:35

..sento molta amarezza nelle tue parole...

il 23/10/2003 alle 14:56

grazie del commento........a risentirci


un bacio a te
Sulphur

il 23/10/2003 alle 15:23

no......no......niente amarezza ti prego!
Guarda ti faccio un esempio:
vedi la vita come una riga che ci viene data a tutti, quando si è giovani il margine per disegnare è molto ampio, cioè è come se avessimo una riga enorme, mano a mano che passa il tempo siamo costretti a disegnarci la vita con una riga sempre più piccola, perchè il tempo l'accompagna verso un centro, noi d'altro canto vorremmo avere sempre una grande riga per disegnare e per scherzarci sù........ma quando la consapevolezza cresce se ne frega di quello che i pensieri vorrebbero far credere sopratutto dell'Io più formale.....c'è quindi come uno sdoppiamento, come se due vite tirassero una fune verso il proprio centro...ma la fune è tenace percvhè è quella della sopravvivenza e allora una volta bruciano le mani ad una l'altra volta all'altra, s'intende che le mani di una è il cuore quelle dell'altra il pensiero.
Boh! Se ci capisci qualcosa....fammelo sapere. Era solo un esempio, in verità s'impara per vie traverse, non prendendo di petto i problemi, ma è ovvio che sono pure congetture personali.



ancora un abbraccio forte forte
Sulphur

il 23/10/2003 alle 18:08