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Pubblicata il 19/10/2003
Fendendo
il petto
del meriggio
l'uccello da preda
si briaca
d'aria
varia
cosa non è
squarciato
dalle sue penne
metalliche
metallo
con Dei sacre
fa
le sue feste
sopra le teste
le alte correnti
beve
ingordo
lordo

*

Sulla distesa riarsa del Nulla, una città cupa e inerte, un piccione
a volo radente è del mattino il pensiero più sorprendente,
ma il suo occhio grigio e rosso non vedremo da quaggiù,
giacché si è intenti a afferrare il presente fino all'osso,
ma potrebbe atterrare e noi non vederlo più
e se mai ti ho fermato per la via ed ho detto
"il Futuro ha artigli temibili e vaste ali"
almeno sai che detta ho una fregnaccia
ma, per quanto puoi pregare, non farai
sì che me ne dispiaccia
perché troppo dolce è l'aria fresca delle vette alte
quando l'asfissia delle città prende d'assalto,
troppo dolce è per me prenderla in pieno volto
da tale balconata
uno sfregio d'azzurro in piena guancia
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