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Pubblicata il 27/09/2003

Respirerò
quell'aria di collina
e di ginestre in fiore.
Sarò beato
all'alito sereno di tramontana
dall'alto della mia roccia
dominavo tempeste
al suono di cantilene antiche
e di ferri da calza.
Riscalderò
l'animo mio vagabondo
al calore del braciere
e nella stanza, profumo
di mandorle e carrubbe
e mosto fresco nelle botti.
Ricorderò ancora
quel tuo sorriso amico
il tuo fare sereno
e il costruire il domani.
Rimpiangerò, si,
rimpiangerò quei momenti,
mentre inesorabile scorre la vita.

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La sensazione della terra, intesa come radice e culla e nutrimente madre, le tradizioni che da essa sgorgono e come uno scialle fatto a mano con la lana recuperata di tutti i colori protegge dai brividi che il braciere che arde non riscalda.
Ma tutto ciò non consola solo permette di seguire tra le rossastre nubi stormi di..........esuli pensieri.

il 29/09/2003 alle 09:12