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Pubblicata il 17/09/2003
nella penombra
ti cerco ancora,
siamo tornati ad essere
dopo questo miraggio dei sensi
ancora due solitudini
che nell'amplesso dei corpi
hanno cercato la via
per giungere all'essenza
per un impetuoso attimo
si sono riconosciute
intrecciate
nella danza istintiva
come un rito
una cerimonia
un sacrificio.
Carne che si è saziata della carne
sfinendosi nel desiderio
che si è fatto necessita
irrefrenabile.
Sentirsi appagati
dello stesso piacere
sino allo spasimo della volontà
nell'assopirsi languido delle emozioni,
nel buio fantasmagorico
che dissolve la coscienza delle percezioni.
Spirito che si è specchiato nell'altro
cercando nell'orgasmo dell' essere
la parola di passo
per raggiungere l'anima
che schiudendosi ne carpisce avidamente
ogni singolo sussulto
prima di tornale di nuovo
nell'apnea
della solitudine.
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....stranoo non trovar commenti a questa tua poesia....è satura di passione.....ma non è volgare....è giusta e comunica....
BRAVO
Mary

il 18/09/2003 alle 01:35

..ognuno sta solo sul cuor della terra, trafotto da un raggio di sole, ed e' subito sera...

Luna

il 18/09/2003 alle 16:25

Grazie Mary, a volte la tensione che ha portato
alla costruzione dei versi non trova la strada della cominicatività...
Sergio

il 19/09/2003 alle 08:40

Il finale, Masievo è la considerazione che l'amore è lo strumento che permete di uscire dalla solitudine
oggettiva dell'anima. Per me, chiaro....
Grazie come sempre
Sergio

il 19/09/2003 alle 08:44

Ehm....Ehm..... trafitto, forse volevi dire trafitto,...
oppuer è un lpsus freudiano???
Zordoz

il 19/09/2003 alle 08:45

la solitudine che segue il momento massimo di un insieme che diviene fusione , è questo contrasto fisiologico oltrechè mentale ho tentato di fissare.. grazie per le tue parole Sergio

il 17/06/2013 alle 05:36

Molto passionale

il 22/06/2013 alle 20:59

Sono d'accordo Elisa*, grazie. Sergio

il 24/06/2013 alle 05:53