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Pubblicata il 16/04/2001
Come i petali cadono dagli alberi in fiore
e si trasformano in gialli colori autunnali
il sudore si asciuga con la musica
e i sentimenti evaporano nel fumo della stanza

la finezza e l’eleganza con la sensulità ignorata
reagiscono in un’aria di onde in un mare di parole
che si assorbono nella monotonia di un pentagramma
che ogni giorno dopo giorno suonano le note della nostra musica

si consuma la voglia e cade la cenere su un pavimento di noia
il fumo si disperde nella nostra stessa aria vitale
nel caos fatto di buio, paura, tendenza, materia cerebrale e sconvolgimento chimico
mi giro di spalle alla luce e mi tengo forte al vento

premo ancora una volta il pulsante sapendo che non sarà l’ultima
continuo avanti sulla carta a bruciare il mio tempo
e ancora non capisco da che parte tira il vento
e i ricordi lacerano la sfera che nei sogni racchiude la nebbia
il suono di un profumo mi ricorda i limiti di un mondo infinitamente bianco di grida

una voce rimbalza oltre il muro del suono e le lacrime non cadono
come i petali non cadono dagli alberi in fiore
e si lacerano in colori di morte anche se caldi
la musica bagna il mio cuore di una tristezza romantica
e le carezze che mi mancano continuano ad essere ascoltate dagli occhi sbagliati

ed il mare continua ad infrangere le sue onde
su tutte le spiagge dentro la mia mente dove il vento
non c’é e non porta lontano il messaggio della mia bottiglia
seppellito sotto la sabbia dov’é arenato un veliero senza tesoro

un urlo riecheggia nella pioggia dove la battaglia in una tempesta
fu persa e i caduti sepolti sotto la battigia dove io ora siedo
e sulla sabbia scrivo il nome di nessuno che mi ha dato la carezza
di cui ora ho bisogno per soffrire ad un livello superiore

e andandomene dal mare mi giro a guardare un angelo suicida
che per lo sfiorire di un’amore sparisce nell’acqua
e le ossa di quei pirati del veliero ormai non possono capire
perché niente é senza cuore e senza sangue non c’é ragione

la pioggia che mi rinfresca alimenta l’acqua di questo mare
dove io scrivo da un’isola lontana e invisibile, ed il vento?
muove i miei capelli sul ritmo di quelle note che io ora stò scrivendo
e un delfino ora accompagna le onde di un veliero pieno d’oro

un veliero che continuerà a navigare sui mari
nei mari della mia mente e di chiunque ci crede
e mi salverà, certo, mi porterà lontano, sempre di più
e mi farà conoscere nuove spiagge dove continuerò a scrivere
il nome di “NESSUNO”...
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