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Pubblicata il 05/09/2003

Come una fredda gabbia di lacerante dolore
Tra sbarre di freddo metallo
E dura pietra senza nome,
dove
mille sguardi hanno attraversato il silenzio
di queste notti,
mi sento io stessa detenuta,
chiusa tra il dolore e la rabbia
e la forte impotenza
continuo a stringere i polsi pregando nella fine
una quiete che possa donarmi il riposo
non esiste dolore maggiore
che lo spasmo di attimi
che hanno nascita nel solo spiraglio di luce
di un apparente innocuo mattino.
Prego…
imploro te o Padre
signore della mia sofferenza
rendimi la mia pace
rendimi tutto ciò che mi hai tolto
e nella tua potenza
donami il riposo.
Le mie lacrime
di putrido sangue non hanno
più la forza per sgorgare sul mio volto
di piaghe inferte dal tempo….
Una sola parola
unica attesa
della fine.
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cHE DIRE UNA VERA PREGHIERA ... non posso che unire la mia alla tua invocazione pur se ateo credo che la vita possa cambiare nonostante tutto. Mi piace l'accenno al padre che richiama il Creatore ed il Complesso di Elettra.
ciao umberto baci su un qualsiasi piercing

il 05/09/2003 alle 12:06

non ho parole veramente bella angel

il 05/09/2003 alle 12:07

avvu sapessi che padre è!ahahahah!
ok avvu x i piercing ti concedo quello nuovo! eheh ciao ciao

il 05/09/2003 alle 12:22

grazie! baci

il 05/09/2003 alle 12:22

beh non osavo chiedere tanto..... quello nuovo ....

il 05/09/2003 alle 12:44

grazie per il commento ale!
io di piercingne ho 15 tranne che all'ombelico! ciao ciao!

il 05/09/2003 alle 13:58

Splendidamente e drammaticamente teatrale, con questa tua bellissima poesia torni alle atmosfere che più ti sono usuali e che sai rendere davvero con grande energia e capacità di scrittura. Baci.
Michele

il 05/09/2003 alle 15:56