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Pubblicata il 03/09/2003
Con un velo di malinconia sono qui,
ho letto quei versi, ho ricordato
di quando avevo quindici anni
e di quando a venti leggevo Prevert,
di quando a trenta lo ricordavo
e di adesso ... che lo ritrovo.
Ti mando insieme un pezzettino del mio mito
di un amore che non è mai felice,
non è mai per sempre,
non è mai infinito,
di un amore che quando alzi la campana di vetro vola via
ed io a guardarlo senza volere o sapere stringere la mani per trattenerlo
o solo per dirgli ricordati di me,
ma piano piano che non senta, che non senta.

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Le tue parole mi confondono...
Grazie
Sergio

il 04/09/2003 alle 19:13

Sai Chiara, l'alchimi dell'amore è imperscutabile e nei geni di ognuno di noi c'e' il patrimonio che lo disegna e lo interpreta, non un'assoluto, un uni*****
ma il modo che ha ciascuno di noi di saperlo e poterlo vivere. Miriadi di geni che si intrecciano e si acavallano e di contorcono per dare vita a questa pozione che chiamaimo amore.
Io penso che l'amore ha l'amore come fine e mezzo, e qundo non è così a cosa serve chiudere le dita per trattenerlo?
Grazie delle tue parole
Zordoz

il 05/09/2003 alle 08:55