un metaforico bubbone è fiorito
nell'angolo misconosciuto della stanza
ed è una piaga fetente di fattanza
che la notte dell'intelletto ha misconosciuto
vi è infatti, e lo ripeterò, penso,
finché campo, vi è
un lago, altrove,
le cui acque viola
i cui abissi sono
il raggio nero che mi manca
ma + risplendente dell'anima bianca
e sono il mio nulla
il mio seno freatico di nulla
l'approdo del naufragio
il gorgo che mi inebria
il vino pessimo in cui ci si affoga
un lago cui il sole nero
rifrange la superficie
di ombre dei morti
ed è sbocciato un magnifico bubbone
che è il mio amore per queste acque
lo ripeterò finché campo
e infatti vi è anche un campo
dove nulla si coltiva
e riarso dal sole
ove si coltivano le erbe inutili
e che neri corvi al meriggio martirizzano
questo è il mio cuore, dopo
avere nuotato in quel gorgo