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Pubblicata il 06/12/2001


Volo, sospinto da un violino,
lo sento lontano che va;
nei celesti abissi la Terra
scompare dagli occhi di Dio.
Lacrime già perle nell'aria
si perdono. Lascio alle spalle
momenti che vedo allo specchio
trasparenti, come illusioni
di coglier l'atomo impalpabile
di eternità.
Per l'esser su tutto sovviene
a chi, disinvolto rapace,
tra gli aridi gioghi veleggia,
per rimirarsi poi nell'acqua
mai scoperto. Parte del gioco
confusa al fruscìo della vita
costante, non luccica, colma
un vuoto; il vento d'ogni giorno
il soffio dell' eterno spazza,
gioia e dolore,
che una sol volta t'attraversa:
in quella il passato il futuro
ti scorrono in un silenzio
che venti nuovi sperderanno.
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