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Pubblicata il 03/12/2001
Come il poeta di zocca
Canta l’amore moderno
In questo infinito bianco
Io racconto il mio inferno,

fatto d’amore, odio,
sangue, inchiostro e pianto,
impregnato di rose,
coreografato da un canto.

Troppo a lungo son restato
Della pioggia lo sposo
E troppo poco ho lasciato
Le mie lacrime a riposo.

Troppe persone han confuso
L’amicizia coi cazzi altrui,
dimenticando che nel mio inferno
esiston sol pensieri bui……

Troppe persone han confuso
“Veleno” col confessionale,
spandendo merda attorno a loro
leccando culi fino a star male…

Ora vago tra di loro
E con massima decenza
Lascio loro nella merda
Ed io nell’indifferenza…..

I gesti, un tempo d’amicizia
Restan ora ben lontani
Perché son io il “Veleno” vero
Che li fotte a piene mani….

Chiedo venia a tutti quelli
Che han percorso giorni oscuri
Per la merda sparsa ovunque
Dai bastardi e stronzi puri……

Chiedo scusa a tutti quelli
Che han patito l’indecenza
Dei discorsi pieni d’odio
Fatti con indifferenza…….

Non esiste alcun perdono
Per quegli esseri anormali,
Esiste solo l’estinzione
Come razza d’animali.

Come scrissi qui all’inizio,
vi ho narrato del mio inferno
ora attendo con costanza
che loro soffrano in eterno…..

Il giudizio infin stà a voi,
io quì taccio per coscienza,
lascio al bianco del mio foglio
censurare per decenza

ciò che altri han forgiato
come sciabola guerriera
ciò che gli altri han aggiunto
a una colpa che non c’era!!!!!!!


“Veleno” Giovanelli
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