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Pubblicata il 26/08/2003
con maestria
come a voler camuffare
la destrezza
l'addetto capo macchina
in alto sul pianerottolo
della trebbia
lo specialista
ingozza la macchina
a piccoli ciuffi di grano

quando.. per distrazione
il cibo del mostro
non misurato
scende in abbondanza
e si sente uno strano eruttare

il motore costretto a forzare
lancia bestemmie nell'aria plagiata
dal sincronismo di gioie condivise

ai lati della trebbia
una polvere color oro
macchiato di blu
i riflessi di un cielo alleato
con le fatiche

nei sacchi il grano cade
con lo stesso rumore
di un battito frenetico d'ali

i contadini col cappello
come contorte grondaie
plagiate dal tempo
con i loro occhi anneriti
da erbe cattive sconfitte
dalla magia di preghiere
alleate alle fatiche

poi l'ora di pranzo
parole consolidate
da catene di bicchieri di vino

i brindisi con metafore strane
strizzate d'occhi
per lanciare sfide all'inverno
da considerarsi dominato
anzitempo...

michael santhers-dal volume
.. e ..!! le rose piangono al tramonto
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la tua trebbiatrice sembra il prolungamento naturale delle braccia dei contadini, bestemmie comprese, il testo ha una bella energia e segna l'energia cinetica e sentimentale della fatica del giorno
bel pezzo

bacio
kat

il 26/08/2003 alle 09:55

è un ricordo di quando ero bambino
ricordo quell'atmostera magica, fatta di fatiche
durissime ma i rapporti umani erano migliori.
i contadini si riunivano e festeggiavano, dopo aver finito la trebbiatura- in loro si vedeva l'alleanza con la natura, col cielo, parlavano con le nuvole, col vento, col sole- gli amori erano molto più timidi,
fatti di sguardi, di sorrsi, di maliziose smorfie e la natura era elemto naturale portatrice di questi messaggi- bei ricordi che non torneranno mai più..
mai più...

il 27/08/2003 alle 02:08