Sciacalli che ci
chiamano,
ci osservano,
gridano i nostri nomi
ingloriosamente;
brulicano
i nostri giorni
passati frettolosamente!
Una volta
eravamo fanciulli, ricordi?
Eri la più bella
quercia
che potevo
guardare, sazio
nell'immaginario
comune di un gigante; cosa
sarà di noi?
Fuoco
tramortito
dal barbaro tempo
che avanza,
illusioni perenni
d'aver toccato
tutte le felicità
con le dita,
oscura miseria
trasformata
in oro lucente!
Bambini
simili
a salici piangenti,
stufo di osservarti
così,
preghi per me
amare preghiere,
ed io
faccio altro che non sentire!
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