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Pubblicata il 20/07/2003
Strane migrazioni coagulate
cingono le torri di guardia,
io sono prigioniero,
lontano dalla luce,
strappato dalla realtà.
Sono recluso
nei meandri carcerari
della tua mente,
i sogni non mi parlan più,
soltanto il mio respiro
può volare via.
La brezza silente
opprime i miei sensi,
è tiepida la riva,
interrotto il sentiero,
quando natura dorme
e son mute le stelle.
Vivo ai piedi d'oscuri muri,
e le notturne visioni
mi riportano a te,
dove l'estatico ulivo
e il flauto suadente
ci conducono in liee danze.
Fuggirò, verso splendori invisibili,
lontano dagli antichi assassini,
i sentieri son aspri, l'aria immota,
quanto lontani
le sorgenti e gli uccelli.
Non può essere
che la fine del mondo,
più in là,
notte e giorno
rinnovano la fuga.
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