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Pubblicata il 12/07/2003
Ancella sognante,
effimera, dolce creatura,
quasi ultraterrena,
portami più su delle nubi,
a mirare lo specchio
dell'essenza.
Vorrei che la notte
ti colmi d'incanti,
quando esci come mite acqua
da fenditure nascoste
al grido delle cicale.
Si stende lo spazio
intorno a noi,
vivo di mille creature nascoste,
con il loro mondo,
le loro leggi,
il loro confine,
un alternarsi di luci ed ombre
di silenzi e voci.
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Musica per mie orecchia, anche se un po' misteriosa da farsi rileggere più volte.
Un cordiale saluto da un 56enne novello iscritto.

il 14/07/2003 alle 21:07