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Pubblicata il 09/07/2003

L'alba arrivò e illuminò la strada
vidi i tuoi occhi due gocce di rugiada
estese senza fine, orti di cieli tersi
presi la tua mano così mi persi.
Poi venne il giorno con i suoi fari accesi
il blu cobalto che copulò l'aurora
io mi girai per cercarti ancora
guardai tra le pieghe delle lenzuola
solo alla fine sfatto ormai mi arresi.
Restano per te le mie canzoni
molte forse non te le ho mai cantate,
le tue scarpe destre ancora nel cartone,
quante ne avevi...Non le mai contate.
Tornano le albe a quel portone
con nostalgia a volte ci butto l'occhio
non t'ho più vista,sei stata un'illusione
un'immagine riflessa in uno specchio.
Ormai non canto più quel ritornello
a volte fischio allegro un motivetto
indefinito, come un ricordo vecchio
come quel velo che mi stringe il petto.
Sei l'abito che non ho mai indossato
scarpe con cui non ho mai fatto un passo
l'ombra di un sogno che con l'alba é svanito
dosso di un sonno rem tormentato.
Sei l'asso nella manica del mio destino
quel baro avaro non l'ha mai giocato
sei l'orizzonte più bello da supino
é amaro non averti immortalata.
Oggi conserverei di te qualcosa
più del profumo che ancora aleggia attorno
ritornano le albe a quel portone
crude d'appresso le luci del giorno.
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