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Pubblicata il 16/11/2001
Oca per antonomasia
sciocca come le masse
se crederlo ti consola
tra le più grandi
é la migliore idiozia.

Diecimila e uno giovincelli
dai bigi e brizzolati
grigi capelli
avanzavan mesti mesti per le strade
del borgo secolare al potere
un nodo in gola, la lira nella tasca.

I volti tesi, quasi corrucciati
seguivano se stessi e i propri impulsi
cercavan giustizia, se sociale
e un mondo nuovo, più equo se imparziale.

Così, giunti in silenzio nel luogo convenuto
l'antica piazza rinata per protesta
disposti ad ascoltare attentamente
e dimostrar serenità, ma con fermezza.

Il gioco è fatto, figli della plebe
avete assimilato quelle regole
dettate dai princìpi (o dai prìncipi?)
di quel potere che poi divora tutto
se ne impossessa il ricco, il furbo e li fa fessi.

Mi ricordo una storia: l'umore è satira.
Tanto ma tanto, mille anni fa
tra le aie contadine del vassallo
vivevano tre oche, un buon piumaggio
e un solo bel colore, rosso vermiglio.

Seguivan tutt'e tre le caste regole
dell'aia natia, un mondo intero
il tempo trascorreva lieve e calmo
alba e tramonto ne scandivan le note
unica chance alla monotonia.

Ma un brutto giorno e senza alcun preavviso
comparve sulla scena un gallo nero
era feroce e per la tre sorelle
fu sempre inverno, soltanto un vero inferno.

Il bell'imbusto si giocò di loro
giacchè dapprima promise di sposarle
l'adulatore, scrupoli e aria fritta
ignavo e ignominioso le sedusse
all'insaputa, una per un dell'altre.

Non ci fu giorno, almeno
che una delle tre, appunto
potesse avere tregua
all'inopinata furia
dell'invasato, innamorato folle.

Volle la sorte che un dì più fortunato
le tre sorelle, riunite in un consesso
confessassero le proprie, ciascuna le sue voglie.

Goffe e riunite dall'eresia comune
e del triplo menage, il plagio confermato
le tristi epigoni in corteo si recarono
dal turpe e vile gallo maramaldo.

Il bruto, così colto da un abbaglio
temendo il peggio, lo smacco e la paura
trasecolò e svenne di sorpresa.
Ma al risveglio, ancora ridondante
piangendo confessò con riluttanza
sono fedifrago, scusate il triste imbroglio.

Se di moral può dirsi, oh convenuti
prima ancor che la loquèla di quei galli
controllategli la fede
è sempre meglio!

A meno che non vogliate divenir
oche rosse o polli neri spennati.
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