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Pubblicata il 08/06/2003
Mi porto dentro
una vallata di lacrime d'autunno
smerigliate dai multiformi gialli filigrana
da quando quel giorno
lei s'è dissolta.
Lasciandomi l'anima liberata
a cercarla senza tregua
inutilmente
tra gli affreschi ingannatori di Roma
ricalcando le vie della primitiva essenza,
mi perdo in un silenzio urlato
per ricongiungermi
al mio sfrattato senso
percosso dall'illogico ardore
del vento caldo e tiepido di un freddo amore al sole
che mi trascina come nessun altra cosa
a Dio che si consola.
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Lei si è dissolta... e tutto intorno pare campo alla strage. Caro amico, se ne esce! Del resto scrivi di
anima liberata... seppur inutilmente.
Vitale

il 08/06/2003 alle 21:23

l'anima è liberata,si, ma perchè schiava di quell'amore che non può fare a meno di cercare.
E così che si consuma il dramma della umana convinzione che l'idea di amore non possa ripetersi uguale a prima.

il 08/06/2003 alle 23:19

bella, dolente, sono molto colpita, il senso di abbandono e smarrimento c'è tutto ed è forte e pressante, incalza persino il lettore e si concretizza nelle immagini di un contesto anche urbano che ti restituisce il vuoto di una assenza che prima essendoci, dava un senso di vitalità gioiosa agli spazi fisici abitati dai due amanti

il 09/06/2003 alle 10:44