stanze d’albergo,
stanze comunicanti, colleghi di lavoro.
Mi giro e rigiro nella lenzuola,
è una notte afosa di giugno,
ti cerco, ti desidero da molto,
ogni giorno passato con te in ufficio
è una condanna, non so cosa fare, la paura mi blocca,
davanti a te non riesco a spiccicare una sola parola,
imbranato mi sento.
Vorrei toccarti e urlare, niente mai sazierà questa voglia di te,
vorrei annientarmi nel tuo corpo, nel tuo petto,
il mio sesso arde come un vulcano,
mi serve ghiaccio per spegnerlo.
Vorrei avere il coraggio di bussare alla tua porta amore, ho sete di te,
un milione per averti…dice una canzone di Mango,
io lascerei tutto e se non basta stipulerei un mutuo di vent’anni,
non ho dovuto mai comprare nessuna notte con doni, ma con te lo farei.
E certo non vorrei forzare la mano,
la passione di una donna va conquistata e va gustata lentamente,
quanti interrogativi, le domande mi sembrano infinite,
è un richiamo selvaggio saperti nuda, un muro ci divide.
Avrà pace questa tempesta ormonale?
Vibro come una arpa al vento!
Giaccio nel letto immobile, l’orologio batte l’ora, mi addormento,
nel silenzioso chiarore delle ombre,
cullato dal vento fresco della notte,
domani un nuovo giorno in continua ricerca di te.