PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 25/05/2003
Grazie a te
Alle tue spine
di fotografie e parole
- che tali
non dovrebbero
essere per me -
Adornato
- d'ammirazione
e segreta rivalità -
della tua luce
di candela
e incanto
di sapienza profonda
d'un cuore
senza tramonto.
Nelle spire ammalianti
di passato e nostalgia
di luminose verità
che non prestano
fianco alcuno
al lento sgretolarsi
del tempo
e dei disincanti
Crescono le tue foglie
su erosioni di lande
aride e senza vita
Non sei apparenza
né violenza
né narciso
Solitaria freccia
dannata nel cuore
di chi ami.
Indovini
gli attimi di buio
inondato nelle fresche
acque di malizie
vergini e abissali.
Indagatore
e conflittuale
graffiante t'immagino
Non servo
Dove sei tu
che crei le dolcissime
catene di gigli neri
che sgorgano
fertili di lacrime
innamorate.
Non sei di vento
- sei tutto il sapore
della terra -
Sei - sconfitto -
vincitore
nel silenzio
dell'amore.
- Questo momento,
ora, eterno -
Futile il destino
già erose
le vie che portano
a te - esplose
nel fulgore
delle rose.


"...I deboli non sarebbero mai entrati nel regno dell'amore..." ( G. Garcia Marquez )
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Beh, complimenti. Unico appunto: il destino lo costruiamo noi, con la nostra volontà.

@br@h@d@br@

francesco

il 25/05/2003 alle 21:01

Bellissima la tua lirica, sentire profondo in versi raffinati di pura estetica...cantano l'amore...che innamora, che delude, che esalta e che si fa quasi sofferenza...
bellissima !!!
Un abbraccio
marcella

il 25/05/2003 alle 23:52

Grazie.
Tu dici?
Non acconsento del tutto.
Indubbiamente - è nostra la libertà originaria.
Ma vi sono, sempre, particolari casi, circostanze, strette che ci presentano determinate strade.
Su quelle strade, sceglieremo la nostra.
E non è detto che sceglieremo quella piena di luce...se corriamo affannati neanche ce ne accorgeremo.
E' un sottile equilibrio - una danza - tra la Volontà - e ciò che è Dato - tra la gravità della Terra e la levità delle nuvole.

il 26/05/2003 alle 10:00

Parlare, più che altro, della Verità dell'amore.
L'amore che travolge, che combatte, che soffre.
L'amore che ama.
L'amore che inonda tutto segretamente
e lascia solo l'odore sempre crescente - nel buio - persecutorio e affascinante - delle rose
anche al prezzo della propria sconfitta.

il 26/05/2003 alle 10:03

Un canto lirico di grande ispirazione e intensità, dentro la dimensione fascinosa, cruda, rapace e ammaliante dell'amore, negli interstizi delle pulsioni, delle pieghe e delle piaghe in anima. Dedica lucida e affettuosa di potente umana condivisione.
Un caro abbraccio G.
Max

il 26/05/2003 alle 11:28

Grazie Max...
Un abbraccio anche a te.
Fammi sapere di te !!

il 29/05/2003 alle 09:32

Direi che nei contrasti dell'amore hai espresso la sua realtà più grande, con bellissime immagini, ne cito una ma sono diverse quelle che mi piacciono...
"le dolcissime
catene di gigli neri
che sgorgano
fertili di lacrime
innamorate." e certamente la chiusa è superlativa.
Poesia veramente bella si gusta come un nettare... con un pizzico di veleno che mette sofferenza...
Un caro saluto
Axel

il 03/06/2003 alle 13:11

In verità la poesia è stata scritta in forma indiretta, "di getto" dopo l'ascolto del racconto - e il recupero dei frammenti - di una breve ma intensa storia d'amore che ha visto coinvolta una persona che conosco.
Il finale è così perchè anche la stessa storia sentita ha subito quel "taglio" brusco, e il capovolgimento paradossale nella memoria, nella consapevolezza - nel cuore - attraverso il tempo.
Allo stesso modo, sono rimasto affascinato da quella persona così innamorata - pur mai conosciuta direttamente - : ho provato fortissima ammirazione, e un insieme incredibile di sensazioni che mi sono rimaste sulla pelle.
A lui vanno le mie frettolose parole, nell'urgenza di buttare su "carta" ciò che avvertivo. E non dimenticare la possibilità e la forza di un tale amore.

il 05/06/2003 alle 09:26