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Pubblicata il 14/05/2003
Diffuso dolore
in scaglie d'acciaio
nell'anima fuse
e sporgenti
lucenti
vibranti di neri
riflessi
Rigido è il corpo
in ferrea struttura
rovente
Osservo stupito
ammirato
il nero dolente
bagliore
clangore d'armata
in disfatta
Furente m'agghindo
alla fiera danzante
di nume morente
Si scorge
il profilo pulsante
d'onore
di gloria
di me
supernova
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E' molto amara. Sembra la descrizione di uno scontro automobilistico a 200 km !
Molto bella

Abbracci

Francesco

il 14/05/2003 alle 16:25

Molto suggestiva e vivida, Andrea, l'immagine metaforica che utilizzi per rappresentare la dimensione sofferente e aliena dell'io. Ed è bellissima, eroica, la "reazione" umana (resa in potente lirica) che offri nella seconda parte del brano, fino a quella esuberante supernova nella quale l'io si dilata e sublima "oltre". Dove ti aspetto? :-)))
Un caro abbraccio.
Max

il 14/05/2003 alle 17:01

Molto bella Andrea.
Mi sono piaciuti, essenzialemente, la plasticità con la quale hai reso il dolore in un uomo "antico guerriero" e già nume e la chiusa nella quale esplodi come stella morente.
Il dolore porta ai confini dell'assurdo ma, come ben sai, in numen non può morire e l'esplosione è solo della carne...
Un caro abbraccio
Er

il 14/05/2003 alle 18:16

Sembra un forte grido di dolore...
che contrasti con la tua robusta armatura...
e lucente!
M'

il 14/05/2003 alle 20:16