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Pubblicata il 11/05/2003
Ti lasci andare come un giunco
piegato alla furia del vento
nei meriggi tormentosi d'acredina antica
nel silenzio greve delle maledizioni
aspre e attonite delle strette contrade.

Ti lasci imprigionare dalle mura di casa
fredde alla cenere sparsa del camino
spento nel ricordo dei sogni sprangati
e maledetti, rifiuto a mutare
le ore dei giorni che verranno.

Ti lasci travolgere dal passo tedioso
del vicino accidioso e negletto
al sorriso del volto all'andare spedito,
muto al linguaggio del vivere
affannato e scostante.

E ti lasci alle spalle memorie come tormenti
ai pensieri sgomenti lungo l'argine sconnesso
del fiume che guardi d'incanto. E di rimorso
ti seduce la fine ai tuoi passi
che la stradina dell'orto rimpiangerà.

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Questa poesia l'ho scelta a caso,anche perche' era senza voto , e l'ho letta .......e guarda che meravigliosa poesia mi trovo a scoprire.......!
Densa di ricordi, di rimpianti e di amarezza, per non avere la forza di ritrovare l'entusiasmo del vivere, mentre ,come una spirale, la corrente travolge ogni entusiasmo.... e tutto diventa pesante....
E'stato un piacere scoprirla.
Plotina

il 21/04/2009 alle 00:18

E' stato un piacere essere scoperto da te su questa mia che - detto con molta vanità - è stata apprezzata in molti concorsi nazionali.

il 21/04/2009 alle 09:12

il nome biblico è estremamente appropriato a questo personaggio che come un giunco si piega ma non si spezza.
un caro saluto lilli

il 21/04/2009 alle 13:42

Un caro saluto a te...faccio un brindisi e tu sai perchè...vero?

il 21/04/2009 alle 13:44