PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 29/05/2023
Ereditai da mia madre una pregiata macchina da cucire d'epoca. Ha un piano di lavoro ligneo dai colori caldi e gli angoli stondati, con controcurve di raccordo a seguire e un doppio perimetro di greche d'abbellimento, di fine concezione e fattura; l'insieme è armonioso ed elegantemente piacevole, quasi consapevole di doversi mostrare spesso a sguardi un tempo sicuramente esigenti. V'è poi il basamento di ferro battuto, con il gran pedalone centrale, sovrastato da una transenna di sostegno, sagomata, per chi ce lo vede, a mo' di omino di fatica, gambe puntate e braccia al cielo, colto nello sforzo di sostenere piano d'appoggio e apparecchio sormontanti; sui fianchi le transenne d'intelaiatura portante hanno bordi aggraziati da andamenti curvilinei e appropriate modanature; la grata centrale è ingentilita con parvenza d'intreccio. E sopra abbiamo la vera e propria macchina da cucire, il cuore pulsante, il meccanismo arcano, ora a riposo; il corpo centrale, dalle forme sinuose, è decorato da elaborati motivi classicheggianti, in tinta oro tenue su fondo nero e richiama vagamente le tonalità di un vaso etrusco. Io però ho tolto la macchina, sistemandola sul pedalone sottostante, con l'intento di trasformare quell'insieme-macchina desueto in un'elegante tavolino per esporre fotografie e oggetti cari. Da un falegname ho fatto preparare un pianetto di legno di tonalità confacente, sagomato a misura per poter rimpiazzare gradevolmente e impercettibilmente la lacuna rimasta. V'è ancora poi, appena sotto il piano, una cornicetta che impreziosisce il frontespizio, con andamento grazioso, simile a due parentesi graffe distese in orizzontale e simmetriche. Alle sue opposte estremità stanno due cassettini, personalizzati sul davanti da un'incisione geometrica sobria e caratterizzati da manigliette di ferro battuto particolari, formate da un'aureola con annesso capezzolo forato, attraverso il quale scorre un anellone; come i battiporta dei portoni d'un tempo, nella dovuta proporzione. Dentro vi ho riposto oggetti particolari. Si tratta di alcuni ricordini di luoghi visitati, che per motivi accidentali si sono rotti. Ne menziono due in particolare. A Venezia setacciai minuziosamente un negozio di vetri soffiati, fino a uscirne con un  cane bassotto in miniatura, di semplice vetro trasparente, ma contenente tre piccoli bassottini in fila; soggetto indubbiamente bizzarro e surreale, ma anche unico. A Gubbio io e mia moglie scegliemmo un delizioso piattino decorato con un originale motivo floreale dalle tonalità calde.
A questo piccolo cimitero, sebbene io non abbia mai visitato l'Olanda, ho dato il nome "souvenir da Rotterdam"...Spero un giorno, con tanta pazienza e un valido attaccatutto, di poter ricomporre al meglio quei disgraziati cocci. Ma intanto non apro mai quei due cassettini, non mi va di rivedere i poveri pezzi di quei caduti innocenti; mi piangerebbe il cuore e ne inficerei la bella immagine rimastami in mente di quand'erano integri.
  • Attualmente 4.5/5 meriti.
4,5/5 meriti (2 voti)