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Pubblicata il 12/05/2023
Rivedo su scalini in pietra antica, forgiati dal tempo, al suono d'una melodia, lampi di passato, tra luce e nebbia.

rivivo con nostalgia, una vita, che non è la mia, e ricordo attimi che non m'appartenevano, ma adesso si.

sono pezzi di storia vivente, che vanno via, lasciando spazi vuoti, e nel ricordo, posso solo sperare che non sia stato vano, quel vivere d'un tempo che fu e che ora più non è.

ne sento la mancanza, lenta, struggente nostalgia di una vita maestra, che rivive sbiadita in me, portatore della sua memoria, come orma impressa nell'argilla.

sento l'odore di una giornata di sole, in questo vespero umido e freddo di novembre, con le gocce di pioggia che decorano le tante e tante lapidi, con le foto che mi fissano e sembrano sussurrarmi, ricordi, ancora.

mi stringono le viscere, dal profondo, fino ad uscire, superstiti liberi e urlanti, fuori dal luogo e dal tempo che non gli appartiene e cosi, spaesati, timidi, come fantasmi, ombre che sbiadiscono alle luci di una nuova alba.

si spargono con la rugiada sull'erba, al mattino. Evaporano al sole, e ritornano, sobri nelle vecchie foto in bianco e nero su una piccola credenza in legno, abbandonata, e si riversano in una corona del rosario appesa al collo, sul mio petto.
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La lettura mi ha lasciato in apnea! Da tanto tempo che non venivo coinvolto così da un opera! Che dire... Complimenti

il 13/05/2023 alle 00:34

Grazie mille, è un immenso piacere ricevere apprezzamenti di questa portata.

il 13/05/2023 alle 09:15