Anni di solitudine
insegnano.
Insegnano che i giorni,
nella memoria,
sono, tendono,
ad essere tutti uguali,
ma che non ce n'è uno,
dico uno, neppure in carcere
o in ospedale, che non porti
sorprese o che non sia,
in controluce,
una rete di piccole sorprese.
Giorni, a volte, vissuti
come reclusione.
Reclusione dal mondo,
da un "fuori da se" visto
come alieno, estraneo, minaccioso.
Il passato è la sostanza
di cui è fatto il Tempo.
La mia stanchezza,
stanchezza di attese,
un giorno,
sarà simile alla felicità.