Quale nome ha il vento
che mi possiede,
che mi flagella
le vele dello spirito
statiche
stanche di evasioni
antiche?
quale nome ha il sole
che m’infuoca
le vene contadine
e m’innamora
dei campi di giugno
allagati di sanguigni papaveri
di sogno?
quale nome ha l’azzurro
che mi seduce di spazio
per voli da effettuare
oltre il confine avìto,
dove mille occhi ti scrutano,
e nessuno ha visto,
ma tutti conoscono
il tuo segreto di piazza
steso come manifesto di sole
su un paesaggio siderale?
quale nome dare
a questa terra fasciata di luce
dove i versi dei suoi poeti
restano sicomori sterili, nel silenzio?
sarà forse Poesia
il nome il labbro sospira,
che il cuore riscalda
e sospinge le vele del pensiero
oltre le colonne del consueto?
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