Ogni mattina, all'alba, scavava
delle buche nella sabbia con
le mani, quali più piccole, quali
più grandi e raccoglieva la
sabbia dentro un sacco,
portando con sé, via via un
peso che aumentava.
La schiena con il tempo
s'incurvava e incominciava
a sentire di ogni movimento
il dolore, la pelle delle mani
si arrossava, gli occhi stanchi
cercavano distanze maggiori,
perdendo sempre più spesso
l'equilibrio e la visione di tutto
ciò che lo circondava.
"Cosa cerchi?"
Gli chiese stupito un bimbo.
"Perché raccogli la sabbia
che nel frattempo togli?"
"Non lo so, so che debbo
farlo."
E il bimbo senza giudicarlo
iniziò ad aiutarlo.
Il padre lo raggiunse, quasi
sgridandolo:
"Cosa stai facendo figlio?"
E lui gli rispose:
"Non lo so, so che devo
aiutarlo".
Il padre allora nell'indicarlo:
" Non vedi che non ha senso?"
prese quel sacco e nello
svuotare, glielo gettó in mare.
"Così non è meglio?"
Fece rivolgendosi al vecchio e
al figlio.
Senza scomporsi, come se
se lo aspettasse, il vecchio
chiedendogli a sua volta:
" Perché tu sai qual è il senso
della vita?
Non è forse nella sua ricerca,
nella ricerca in sé stessa,
il senso?
Certo sarebbe più facile non
porsi domande nella vita, non
portarne il peso, ma tu saresti
come quel sacco vuoto che
hai buttato. "
Si avvicinò al bambino, gli
accarezzò in un grazie, con
dolcezza il capo e riprese
il suo cammino.
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