Yin e yang si fondono.
scolpiscono note di abissi,
colorano facce di pietra,
e provocano la rabbia di tanti giovani,
impazienti di affidarsi alla mancanza di senso.
discutiamo pure, tanto abbiamo tempo,
visto che abbiamo disturbato la morte
e rinunciato alle foto ingiallite
di una tradizione che rimaneva attaccata
alla logica del non A.
chi vuol essere fluido e perchè?
chi vuole marchiare a fuoco
la consapevolezza del destino
e le immagini di donna?
capisco,
ma è la libertà che non vuoi,
vuoi costruire statue di cera
per sempre gocciolanti,
ma mai disciolte.
no la libertà io la voglio.
voglio il sopruso di seppellire i tempi andati
sotto il peso di parole vuote,
voglio la morte degli dei della ragione
e delle luci dela ribalta,
ma senza abolire i volti assorti
e la grazia di colei che da la vita.
certo è proprio quella grazia che maledice
chi ascolta se stesso e si scopre alieno,
che gli fa alzare la voce e li fa ribellare
alla scure che taglia in due i sogni.
d'accordo,
c'è poco altro da dire:
io voglio la tradizione nel suo ribollire
di urla e di presagi di rivoluzione.
tu cosa vuoi?
forse immagini avvolte nella nebbia
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