PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 12/01/2023
Freme
la notte
al battito selvaggio dei nostri cuori
mentre
dai recinti illuminati
una
melliflua voce
insistentemente
chiama

un’inquietudine
ci assale
e nell’affanno della corsa
che
verso il cuore pulsante del bosco
di nuovo ci conduce
una terribile
domanda muta
fa tremare le mie vene

come fosse
una condanna
ineluttabile

luna
mistica Luna
che
tra le nebbie scintillanti della valle
portali del Sogno
ovunque
dissemini
quanti tra noi
negli anni grevi che verranno
rammenteranno
nella fierezza del proprio esistere
di volgere a Te
attraverso
occhi limpidi
che
ancora
sappiano vedere
la propria
indomabile essenza?

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luci ingannevoli nell’oscurità delle nostre menti, frantumate, disperse, smarrite e proprio per questo disposte a recitare la propria parte nello sfavillante spettacolo del Nulla che avanza. Ma se abbiamo la ventura di osservare il Mondo dall’alto di una collina, immersi nel silenzio della notte, ci è possibile "vedere" ciò che, in realtà, lo "spettacolo del mondo" ai nostri occhi assuefatti cela: recinti, recinti illuminati che le nostre anime indomite cercano di imprigionare! Solo l'ardente aspirazione ad una vita diversa può cambiare il nostro futuro, ormai deciso dal Padrone della Fattoria!
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Sui tuoi scritti ci sarebbero giorni e giorni di discussione visto la profondita' che toccano.Un Saluto

il 12/01/2023 alle 12:36

Grazie gpaolocci, sarebbe interessante poterne parlare in una sorta di Forum, ma i tempi forse non sono ancora maturi. Purtroppo, quando molti di noi si renderanno conto di vivere in una Fattoria, sarà troppo tardi o troppo traumatico da accettare. Delle volte mi sembra di poter dire che l'animale che più si presta a questa metafora dell'Allevamento, non sia tanto la pecora quanto lo struzzo! Un saluto anche a te.

il 12/01/2023 alle 15:59