Ricordo la sua mano, appoggiarsi delicatamente
sulla mia...
stringermi, afferrandomi la pelle, sul dorso della mia.
Con la sua mano che buttava tutto ciò che si trovava
sul tavolo, per terra...
con quella stessa mano, che provava sforzandosi, poi
a raccogliere...
quando non riuscivamo a capirla.
Con i suoi grandi occhi, che a volte, si riempivano
rassegnandosi, invece, di silenziose lacrime.
In una consapevolezza, che non apparteneva più a
quel giovane viso.
Con quella sola mano, che a differenza del suo corpo,
riusciva ancora a muovere...
con cui riusciva a comunicare.
Nell'ascoltare ripetutamente, ciò che le piaceva, una dolce
musica, una canzone, in immagini che si muovevano,
racchiuse...
alzava in alto la sua mano, con il dito puntato verso il cielo...
e la muoveva, come ondeggiasse, estasiata, cercando di
emettere dei suoni che ne ripetessero il motivo.
E in quei momenti per lei, non esisteva altro, non esisteva
più nessuno. ..
non so descrivere la bellezza del suo volto, la sua
espressione...
in un misto di trasporto, in cui lei si trasformava
magicamente in un tutt'uno con la musica...
il suo mondo, il suo universo...
il suo essere finalmente libera.
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