Alla Vita
mi inchino!
alla sua forza
alle sue
mille debolezze
ai suoi giorni
che dalle mie mani
veloci
fuggono via
allo struggente respiro
di una
segreta Eternità
e
a me stesso
mi inchino!
all’Uomo Universale
che
in nome dell’Amore che lo sostanzia
in me
si compiace
di dimorare
perché
ogni limite accoglie
e finanche
l’ambiguo destino
che
dalla notte dei Tempi
come
una maledizione
sui miei geni manipolati aleggia
in straordinarie
opportunità
sa trasmutare
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percepire la natura divina della Vita, non solo nella bellezza, nell’immensità delle sue infinite manifestazioni, ma soprattutto nei suoi incerti tentativi, nei suoi apparenti insuccessi. E sentire il bisogno di inchinarsi di fronte alla sua fragilità, alla sua tenacia, alla speranza inesauribile che la anima. Ma inchinarsi alla Vita è anche inchinarsi alla propria più profonda natura, che da tempo immemorabile, ha accettato di percorrere quella strada, che dal giardino dell’Eden ci ha allontanato.
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