Le maschere fanno parte di noi stessi... "uno, nessuno, centomila" ... e nn le riterrei maschere! Per il resto... che te ne frega di come ti vedono gli altri? tanto si sa che come ti muovi sbagli e ciò che fai appare sempre criticabile; proprio perché è insito, nell'uomo, il giudizio... che spesso è dato a vanvera. Meglio di te chi ti conosce?
A volte crediamo di conoscerci e invece, in molti casi, non ci conosciamo affatto. Siamo bravissimi a costruire e plasmare maschere.
Per affrontare la vita abbiamo troppe maschere, per forza di cose anche per non scoppiare a piangere di fronte ad altri… Ma quando sei solo puoi posarle, guardare e giudicare. Ciao Vincent.
Quelle di cui parli sono maschere che indossiamo a fin di bene, poi ce ne sono altre che dissimulano persino il giudizio che abbiamo di noi stessi. Ciao Nada.
io penso che ogni cosa che facciamo o diciamo abbia una motivazione, a volte inconscia, precisa. Anche gli errori commessi. Siamo veri perchè imperfetti. Non mi chiederei più di tanto ciò che pensano gli altri..anche le reazioni più impopolari e inaspettate sono frutto di qualcosa, una conseguenza. Si può piacere oppure no, questo è vero. A me, ad esempio, non è mai importato quanti nick cambia una persona. Ho conosciuto chi non l'ha mai cambiato e non gli affiderei, col senno di poi, manco il cane.
Questo è vero Genz ma, sai, a volte mi chiedo chi sono veramente per i sentimenti che provo e per i non sentimenti, per quel che provo e che sento. Ti faccio un esempio: Ultimamente mi è capitato di non sentire sentimenti per un mio fratello e una mia sorella che stavano attraversando un momento difficile, perché provavo rancore per certi loro comportamenti e freddezze del passato. Avrei dovuto provare vicinanza, affetto, empatia e invece non ho provato niente. Che razza di persona sono? Da questo nasce il mio scritto.
Ognuno di noi è ineguagliabile e unico, amico Vincent! Stai sereno, almeno su codesto inespugnabile concetto, fidati e fidati soprattutto di te stesso!!
Sei una persona vera, Vincent, che non è riuscita a fingere ciò che non provava. Non è l'essere fratello o sorella che salda automaticamente un legame, o padre e figli e viceversa. Sono gli atteggiamenti, le sensazioni percepite, l'umore dell'anima le cose che contano. Magari passerà tempo e questo risentimento andrà spegnendosi, te lo auguro, ma se per adesso ti senti così, non fartene una colpa, perché è solo una conseguenza.
Trovo saggio e utile, mettersi in discussione, sempre; se abbiamo il coraggio di guardarci da vicino è inevitabile scoprire tutta una serie di maschere correlate o come dici tu successive che, inesorabilmente, non ci piaceranno ed è giusto che sia così, perché sono il frutto di aggiustamenti, modellamenti, deformazioni non volute, ma subite quando magari eravamo troppo piccoli e ingenui per accorgercene. E' un po' come nel "Ritratto di Dorian Gray", anche se magari in una forma meno estrema: le maschere nascondono, impediscono agli altri di "vederci". Fortuna che, molto spesso, siamo in grado di "sentire" anche quello che gli altri non vogliono mostrare. Apprezzo chi si scava dentro. Ciao Vincenzo.
Aggiungerei soltanto che il rancore è un veleno trasparente che rende una persona odiosa a se stessa nel momento in cui si rende conto di averlo dentro. Ringrazio e saluto Sir, Genz, Marco e Ametista.
Senza dubbio. Ogni sentimento negativo, per quanto giustificato, non può far stare bene.
Dal teatro Greco al "palcoscenico sul mondo" di Pirandelliana memoria si è sempre trattato di maschere, l'ideale per me, è il giusto equilibrio tra essere ed apparire, possibilmente con consapevolezza! Con affetto Vinc!
Un buon compromesso (equilibrio tra essere e apparire) per vivere con serenità, per quanto è possibile. Grazie Dani e buona serata.
Ma si Vinc, una giusta via di mezzo tra autenticità e formalità, senza grandi problemi.
Tutti noi portiamo una maschera.Insomma nell'uomo il mascheramento è non solo il frutto di un atto di volontà, ma soprattutto l'esito di una opzione, più o meno consapevole, per raggiungere un obiettivo fissato. Dunque quelle che Khalil Gibran indica come le "maschere della vita", nascondono, sottraggono, occultano i più profondi segreti; ma ogni maschera, nella sua ambiguità, o se si vuole, nella sua ambivalenza, rivela sempre un'intenzione, magari un progetto. Ecco dunque: occultare è rivelare; e viceversa. La maschera nasconde qualcosa, ma nel nascondere, o meglio nel modo o nella forma del nascondere, dice qualcosa. E viceversa.Quello che maggiormente mi piace è:Non c'è mascheramento che possa a lungo celare l'amore quando c'è, o simularlo quando non c'è .Scritto, il tuo, che fa riflettere...saluti.
E' vero, non è possibile celare l'amore. Ciao Ninetta e ben tornata.