Se ti vola uno spirito antico
non sei vivo tra i morti
e vita divien nulla esistenza
nel vivere d’antico senso.
cosa valgono l’altri
chini ai loro altari
a far regole in stornelli
spacciando granelli
per giganti monti
ai lor fratelli dementi.
mai sarem fatti uguali
ma di babelica genìa
siam divina diversità
immuni ai fondenti fuochi
viviamo di solitari castelli
tra l’alte sfere iperuraniche.
dove i fiumi diventano mari
ritroveremo le nostre dimenticanze
lasciate tra albe e tramonti
al confino tra anima e spirito
dove non più è la nostra materia
e dov’anco biblica lama
non ha capace filo.
e sarà leggera brezza
simil soffio che dolcisce l’uve
sui declivi del tempo
a scorrer i lievi oblii
che son concimi per semi
e acque che scorrono
a ravvivar i solchi del pensiero
che mai fu immemore
di quel che ci vive
che non è materia
e non è anima
seppur ci eterna.
son tali i momenti
che tal lieve vento
pensiero mescola a ricordi
e rivivon trincee di mondi in guerra,
aratri e buoi dei miei campi,
l’odor di legno del falegname,
il transitar di secoli bui,
la luce di anni d’arte
e imperi di mercenari,
quando vento lacerava vele,
di porto in porto si viveva
fino al verde dell’alte terre
a muover rossa chioma
in uno sfondo di mare.
son queste le dimenticanze
dove l’anima si posa
senza più il Tempo
e tutto è adesso
e tutto è qui.
in questo nullo tempo
che dolcisce le vite.
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