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Pubblicata il 05/11/2022
La persona è il centro della propria vita.
E come tale nel vivere, negli anni, non percorre una linea del tempo orizzontale.
Come ci hanno insegnato  a pensare e a sentire.
Come si studia storia o  un qualsiasi evento nella scuola.
Che va dalla nascita alla morte, su cui la vita della persona scorre, prosegue, come su un binario.
Come su un treno lanciato per chissà quale, piu o meno, sconosciuta
destinazione.
È invece, credo ( perché non poterlo in fondo immaginare? ), come la ruota
di una bicicletta...
Sorridi ?
Di cui la persona è infatti il centro, il mozzo, il perno. 
A cui si attaccano, in modo concentrico, come raggi, gli anni.
Che ruotando, a volte velocemente e a volte lentamente , pone la persona
al centro di ogni prospettiva.
Raggi che aumentando fanno diventare la ruota, il centro, sempre più
grande, consentendogli   una continua  maggiore prospettiva.
Un po', ( permettendomi indegnamente di fare riferimento) , come
l'insuperabile Uomo Vitruviano, posto e racchiuso, al centro  di un cerchio,
del cerchio della vita, le cui gambe e braccia aperte, possono rappresentare
i raggi.
Raggi che poi e quindi gli anni, nell'usurarsi vanno sostituiti e allo stesso
tempo aumentati, in quanto come qualunque  macchina, corpo, si
consumano, invecchiano.
E la persona  in questo processo, diventa lo specchio dei propri raggi, dei
propri anni, pur rimanendo sempre se stessa, al centro.
Centro da cui la persona  in realtà, non si è mai mossa.
Dove è, dove era e dove sarà.
Come fosse sempre al primo giorno della sua venuta al mondo.
Anzi al primo momento del suo concepimento.
Quando ancora , probabilmente   niente, era già  tutto.
Un tutto privo di spazio, di tempo, unicamente un punto, ente ritenuto
geometricanente fondamentale.
O forse semplicemente era sempre lì e nell'essere concepito è emerso,
per arrivare al suo completamento, fine, nel raggiungimento massimo
di ogni sua possibile visuale, prospettiva.
Per ritornare a scomparire, nell'essere del non più visibile.
Quante volte, ad esempio, abbiamo detto o ascoltato da una persona
adulta, anziana: Io mi sento comunque dentro  ancora una
bambina/o ?
Oppure, pur essendo giovane: Malgrado la mia età mi sento già vecchio?
Come sarebbe possibile avere tali contrastanti percezioni, in un
andamento solo lineare, che consente solo un andare avanti, se non in un
porsi al centro di un movimento circolare?
E se non fosse solo percezione, immaginazione?
Centro, che rende nell'esserlo, la persona, priva di disorientamento, non
seguendo nessuna traiettoria, così concatenata ai raggi e attraverso essi,
al cerchio della propria vita.
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Bravissima

il 05/11/2022 alle 19:39

Grazie Sir :-)

il 05/11/2022 alle 19:43

Beh, che dire? Testo denso di concetti e di riflessioni. Ciò che mi è risaltato è che per descrivere l'uomo hai esposto concetti filosofici in forma poetica con le domande ed i dubbi di un poeta, le speranze sulla vita, un sentire che lo rende diverso ... Hai tirato in ballo l'uomo vitruviano cui vengono attribuiti anche significati diversi a seconda della scuola di pensiero (il più bello è quello che vede il quadrato come Terra ed il cerchio come cielo). Ma tornando ai versi ritengo la scelta espositiva molto corretta (ragionata o istintiva che sia) in quanto cos'è l'uomo se non un miscuglio di filosofie e poesia? Complimenti

il 06/11/2022 alle 12:46

Grazie Azar Rudif, ciao.

il 06/11/2022 alle 13:41