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Pubblicata il 08/09/2022
Capodanno 1965: io e il mio amico Piero invitiamo due graziose signorine del posto al veglione che si svolgerà nell’unica e piccolissima balera del nostro paese. Siamo eccitati, ben vestiti, l’appuntamento è per le 21 davanti all’ingresso del locale. Aspettiamo mezzora, un’ora, un’ora e mezza: le ragazze non si vedono.
Alle 23 Piero dice: «Ci hanno fregato, andiamo all’Omnibus a bere qualcosa»
«All’Omnibus? - dico io, trasecolato - ma scherzi?»
(Si trattava di una specie di night/casino - con buona pace della Merlin - a circa 5 km dal paese, sulla statale, intorno al quale, tra noi giovincelli, si favoleggiava di ballerine superdotate, all’epoca erano jugoslave. Era frequentato da adulti danarosi e libertini. Giovani esclusi.)
Piero è irremovibile: mi trascina a casa sua dove rubiamo l’Ape di suo papà che spingiamo per 50 metri in modo che non si sentisse il rumore del motore. Nevica piano e noi partiamo.
Arriviamo, parcheggiamo dietro una corposa fila di auto le cui cilindrate sono, ognuna, almeno cinque Api, ed entriamo. L’ingresso dà su un ampio salone bar con luci soffuse. Qualche coppia è seduta nei separé.
Ci dirigiamo al banco e ci arrampichiamo sugli sgabelli. Al banco c’è un bella signora molto elegante che ci guarda perplessa.
Piero, con grande nonchalance, ordina: «Due spume».
(Per chi non lo sapesse la spuma era una specie di gazzosa in varianti diverse: nera, sanguinella, ginger...)
La signora ci squadra e poi scoppia a ridere, educatamente. Sempre ridendo ci mette davanti due bicchieri e poi li riempie con vari liquori che preleva dallo scaffale a specchi dietro di lei.
«Ecco ragazzi, invece della spuma vi ho preparato due Negroni speciali Omnibus»
Mai sentito parlare di Negroni.
Beviamo: sembra di buttar giù piombo fuso, ma l’insieme è gradevole.
Nel frattempo passano dietro di noi alcuni uomini e alcune donne, ridendo e bevendo, verso la sala da ballo (o altro) che era oltre una porta del bar. Gambe così lunghe non le abbiamo mai viste, e neanche sognate. Capelli biondi e vestiti di lamé rilasciano scie di profumi intensissimi che si mescolano ai Negroni in un mix che ha qualcosa di lisergico.
Terminiamo i Negroni. Ci guardiamo intorno, ci guarda anche la signora.
«Ragazzi, avete bevuto, ora andate, questo non è posto per voi»
Capiamo. Piero fa per pagare, ma la signora, con un sorriso materno: «No, stasera offre l’Omnibus».
Ripartiamo con l’Ape, silenziosi. Nevica più forte e l’Ape scarroccia un po’. Piero dice: «Mi gira la testa», ma arriviamo alla balera. Entriamo. Mezzanotte è passata e dentro si balla e si fa il trenino.
Ci sono anche le due ragazze con due giovanotti mai visti. Ci guardano gelide.
Piero si volta verso di me e mi fa: «Ma quanto siamo sfigati?» e io, che vedo doppio: «Tanto».
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Simpatica storia di una nevicata bianca ... o in bianco :)

il 08/09/2022 alle 22:32

Grazie Azar!

il 13/09/2022 alle 13:57