Saggiando
della mia comprensione
i limiti
mi chiedo
se ciò che sto vivendo
un incubo
possa essere
tanto sottile
il confine tra la veglia
e il sogno
appare
precise
categorie di pensiero
corroborate
dalla sedimentazione dell’esperienza
che
nel discernere
l’unica discriminante
dovrebbero
costituire
alla Conoscenza stessa
in realtà
si frappongono
perduto
al di là
di un angusto tunnel d’assoni
il lussureggiante
giardino dell’Eden
e l’Albero
da cui
tutto ebbe inizio
forse
un aggiornamento
dell’architettura
essenziale
del mio
processore psichico
l’unica
soluzione sensata
sarebbe
ma
a chi
indirizzare
la richiesta urgente
di supporto?
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necessitiamo di nuove categorie di pensiero, capaci di sfumare l’una nell’altra, senza intaccare il cuore stesso della nostra visione, del nostro sentire. Altrimenti come ubriachi al nostro stesso matrimonio, siamo destinati a seminare dolore e sconcerto, perdendo a poco a poco la nostra patina di luce, mentre senza meta e possibilità di uscita, ci aggiriamo negli incomprensibili labirinti strutturali del nostro cervello diviso. Due emisferi che in minima parte tra loro interagiscono, perché collegati solo da un sottile, impervio, "sentiero di montagna" battuto dal vento.
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