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Pubblicata il 03/09/2022
Come un fanciullo
che
nelle sue fantasie si perde
trasognato
camminavo tra la gente

d’oro e vermiglio
lucevan le case
incorniciando
l’affollata via

svaniti
erano gli impegni
a cui la mente mi spingeva
nella luce
di un inopinato silenzio
ormai disciolti

uno scopo non v’era
perchè
il vecchio mondo
più
non esisteva

non rimaneva
che lasciarsi portare
bevendo avidamente
della città
la palpitante vita
inseguendo
nella notte che lieve s’appressava
di un misterioso
antichissimo Amore
la voce
che dolcemente
mi chiamava

................................................

se ci lasciamo alle spalle i problemi e gli impegni che scandiscono le nostre grigie giornate, permettendo al nostro nucleo più profondo di entrare in contatto con le cose senza la mediazione malata della nostra mente, perennemente occupata e preoccupata, emerge la vera natura del Mondo e come fanciulli riscopriamo la Meraviglia, il Mistero e l’Amore anche se la nostra "matura razionalità" vorrebbe diversamente.
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lasciarsi portare. E' questo che abbiamo dimenticato fare, eh sì.

il 03/09/2022 alle 17:27

Abbiamo dimenticato questo stato privilegiato dell'essere, perché abbiamo dimenticato noi stessi, sempre più identificati nelle maschere che per sopravvivere in questo sistema perverso, continuamente indossiamo. Una volta che si intraprende la via che porta all'oblio dell'essenza (inizio che coincide con le primissime forme di scolarizzazione), ci si condanna automaticamente, o meglio si viene condannati alla sofferenza, all'insensatezza, all'inutilità. E purtroppo, più passa il tempo e più quella condizione naturale del fanciullo finiamo per relegare nel mito. Grazie Acquarius. Un saluto.

il 03/09/2022 alle 18:23