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Pubblicata il 28/08/2022
Tornati a casa
dal solito giro quotidiano
le chiesi di indossare
un paio di autoreggenti
bianche
e di assecondare
con indulgenza
la porzione incontrollabile
dei miei sogni
lasciando scorrere
le sue gambe
calde e lucenti
sulla parte più debole
del mio istinto
fissandomi languidamente
cominciò a strusciare
sul mio corpo
prima una gamba
poi l’altra
e poi ancora i piedi
facendo vacillare
l’incerta ragione
della mia anima desiderosa
di godere con una certa forza
anelavo
da un sacco di tempo
quello che stava facendo
e fu più facile del previsto
rimanere inerme
di fronte al suo sguardo
come vittima
di un castigo indomabile
il suo calore alla lunga
diventò il mio
facendomi volare
silenziosamente
entro i confini
della camera da letto
svuotato
inutile
ma contento
mi dissi che
non avrei potuto chiederle altro
invece
lei
consolò la mia reticenza
con un bacio
profondo quanto il mare
che avevamo appena dimenticato
sfiorando con la lingua
le coste del mio cuore
tra una carezza e un sussurro
nell’orecchio dell’amore
finii con l'addormentarmi
con la promessa in gola
che al mio risveglio
avremmo continuato la rotta
verso un torbido tramonto
ma quando giunse la fatidica ora
con spontanea naturalezza
mi ricordò le promesse
che decretai in suo onore
il giorno in cui decidemmo
di andare a vivere insieme
perciò ci alzammo
e andammo a fare la spesa.
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