"Me può offrire una sigaretta, si dice così?"
Non so se l'acqua nelle orecchie fosse la causa
della mia temporanea sordità, o la sorpresa:
"Scusa-mi,
(il mi usato per avvicinarmi a lei con le parole sembra
funzionare) puoi ripetere?" stavo per entrare nella bolla
del riposo - lettino, dopo due ore in acque sulfuree.
"Me puoi offrire una sigaretta? Oh grazie, molto gentile" ride
(Avevo già una sua radiografia, mammografia, bellezzografia
dal giorno precedente, archiviate sotto la voce: "Fidanzato fortunato")
"Correggeme per favore se sbaglia? a parlare italiano. Si, vengo
dal Brasile. Ahahaha, non sono modela, perché dice questo?
ah, ok dici. Grazie mille. Per la sigaretta e per avermi insegnato
come parlare nel modo giusto, dici. Cosa ci fai qui, sei solo?
si, ti capisco, un po' te invidio. Nooo, non è il mio fidanzato, è
solo un mio amico...perché ridi ora?"
"Perché potremo divertirci insieme oggi (sorriso che esce dagli occhi)!"
"Perché no, penso proprio di si (sorriso che avvolge)"
...vi risparmio la parte del suo primo lavoro come chef in Brasile e
delle sviscerate mie battute sulla sua bellezza e simpatia e non dovevo neppure fingere: un sorriso stupendo e avvolgente
(ricambiata solo la simpatia, ma per me bastava e avanzava)
un'ora passata a ridere e scherzare, la vita è leggera, la sua di più.
"Dai, segnate el mio numero de telefono, così facciamo qualcosa insieme"
(qui le cose hanno iniziato a farsi serie, sarò per caso finito in un
film porno?, capisco come andrà a finire, ma voglio star bene ancora
un po', con lei)
Mi devo calmare: "Andiamo a farci una nuotata?
" Securo, si dice così? Grazie!"
Le sue forme sono perfette come il suo modo soft di metterle
in mostra.
A pochi centimetri l'uno dall'altro, in acque molto calde, e senza
nessun imbarazzo, le cose si fanno bollenti:
"Perché hai pensato fosse una fotomodela?"
"Perché la tua schiena è un perfetto triangolo che finisce sui fianchi
(le stringo i fianchi, ma solo per farle capire la cosa...) e incastonate
ci sono due perfette...
"Ho capito bene, ho capito bene!" ride
"Sono tue?""Mmm no, amico de Napoli, grande amico, fatte belle
nuove (vi risparmio i miei dieci minuti di complimenti sulla sua estetica)
Ad un certo punto, forse troppo vicini, si allontana di qualche centimetro: "No" "Scusa, scusa"
"Tu non te deve scusare de niente, ma io professionista, mio
secundo? lavoro..."
La mia risposta fu istantanea, uscita da non so dove: "E sei felice?"
la mezzora che seguì fu la più vera, umana comunicazione come non avevo da tanto tempo. I nostri punti di vista sulla vita, sulle persone così simili, le mie e le sue maschere fecero un brindisi.
Ritornati agli accappatoi eravamo tutt'e due un po' più tristi,
due prostitute quasi per mano:
lei sapeva che non avrebbe ottenuto soldi in cambio di sesso
(non l'ho chiamata, non è che non ci abbia pensato, ma un giorno
d'alto borgo..)
io sapevo che non avrei ricevuto sesso in cambio di attenzioni.
in quel momento capii De André e quanta bellezza ci sia
travestita da asfalto.
Grazie J , hai avuto un sorriso per tutto il tempo dedicato a me, gratis e pure vero (e io per te)
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