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Pubblicata il 04/08/2022
Basta dare un'occhiata al cielo per sentirsi a disagio. La distanza che comprende, le cose che ci stanno, i segreti. Di giorno e di notte il cielo ci fa capire che non è possibile andare oltre. Bisogna accettare la distanza, e anche il fatto di essere un corpicino che con due occhi osserva, ogni tanto, un cielo che non parla ma forse ascolta.

Il cielo ascolta, in silenzio. A pensarci, non è una brutta cosa. Quante volte abbiamo avuto l'esigenza di avere accanto qualcuno che ci ascolti senza parlare? Ed io, cosa avrei da dire al cielo? "Cielo, perché non sono più il ragazzo che pensavo di essere? Cielo, cos'è l'umanità se non una giostra che gira lentamente? Cielo, sei così illusione che quasi ti ripudierei ma, a pensarci, mi piace questo gioco di silenzi e di colori col tuo Sole che sembra un desco e una Luna triste e solitaria.

Vorrei esser libero, la libertà è sentirsi partecipe. Il senso di smarrimento e disagio comprende anche la coda di una cometa lucente, indica una direzione, e io cerco con tutte le mie forze di ancorarmi a quella coda, anche quando la notte sembra degradare il cielo a puro e profumato inchiostro.
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E' vero Jean, è diaristica. Ogni tanto mi allontano dal terreno scivoloso della poesia.

il 04/08/2022 alle 14:42

Grazie Beck, è sempre difficile lasciarsi andare.

il 04/08/2022 alle 14:44

Evviva le versione “diaristiche” tutti a guardare il cielo!

il 04/08/2022 alle 15:04

Si, piace molto anche a me, è un bel leggere

il 04/08/2022 alle 15:35

Grazie a Nada, sempre tea e Dissy, buona serata a voi.

il 04/08/2022 alle 19:05