Tutto ha un inizio.
Tutto ha una fine.
Che importa di chi sia la colpa.
È il corso naturale delle cose, è come l’infanzia, un’amicizia giunta al capolinea, un gioco, l’amore.
Perché anche l’amore può finire.
Questo continuava a ripetersi, fino a quando una profonda tristezza aveva bussato alla porta, porgendole una bottiglia di Falanghina. Dolce l’invito.
- Tutto comincia. Tutto finisce. -
Così aveva decretato, mentre stringeva in una mano il suo secondo bicchiere.
- Ghiaccio? Perché no? -
Afferrò tra le labbra un cubetto. La ragione ormai vacillava ed oscure immagini si sovrapponevano tra di loro, cavalcando onde di pensiero variabili e differenziate. Fin dove può spingersi l’insaziabile curiosità umana?
- Se, accidentalmente, il cubetto di ghiaccio diventasse il pasto per la mia trachea…soffocherei subito?
Cianotica!
O la tosse mi salverebbe la vita?
E come funziona?
Mentre soffochi e la vita ti scivola via tra le dita come sabbia…forse tutto si mescerebbe al già presente formicolio che mi ha preso dopo il terzo bicchiere…
…
le rondini non cinguettano, c***o! Se tu fossi una rondine ti girerebbero i coglioni a sentire una roba del genere.
Garriscono,…le rondini garriscono! Ti pare che attraversino un intero continente per arrivare in Val Padana ed allietarci con un proletario Ciiip?
…
Non avevo mai visto il soffitto fare il girotondo! - scoppiò a ridere, una risata che non le apparteneva, quasi fosse posseduta da un demone folle.
giocherellava con il cubetto di ghiaccio tra le labbra. Lo girava e lo rigirava, con la sua lingua circense.
- Non me ne accorgerei nemmeno! - pensò.
La presa maldestra lo fece sgusciare via dalla bocca facendolo finire nell’incavo dei seni. Sostò appena il tempo di sciogliersi un po’ e riprendere la sua corsa verso l’ombelico e poi ancora giù. Lei, accasciata, svilita e sfinita dall’ ubriacatura, sulla sedia di vimini, nuda, sentì rivoli ghiacciati scorrerle sulla pelle bollente, dirette verso la fonte. Desiderio divampante. Lavico. Qualcosa le si era risvegliato dal torpore e al diavolo il Falanghina.
La sua mano si abbandonò a ben altro piacere.
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