attonito silenzio in un pomeriggio grigio.
gravido di lacrime il cielo coperto dai nembi
a chiudere un gridato stupore
di chi non comprende
emblematico flagello dilaniante ,sferzante
che prende silente possesso di corpi
travolti da vortice, tempestosa ruina.
affama dell’aria chi nei gorghi di insolito mare
,affoga alla vita o annaspa per afferrarla con estremo gesto
inconsulto, o di acuta coscienza
se sa che affetti remoti o pargoli vicini
tempestano il suo tutto
in quell’attimo che , tragico, ha un sentore del niente.
quasi veli di esistenze passate solcano cieli d’inconscio,
ritrovano amarezze e sorrisi,
attanagliano cupi attimi lontani
o si ritemprano ad acque serene
di attimi intensi di gioia infinita, stupenda beltà.
e navigano nel tempo che a loro più non appartiene,
il sonno forzato da male
trascina in melma, fangose
paludi, che affonda in sabbie mobili
da cui talvolta emerge il respiro
riacquista la vista attraverso un sorriso
coperto da orrida maschera
ma che ha negli occhi il sogno più bello di vita.