PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 25/03/2022
Dopo l’faro,
l’ardente si risveglia
le catene lo stritolano
in quell’ambiente,
opaco rivestito
su di un lago cristallino
diviso da una pesante lastra
sulla quale scivola
la sua anima

col passo pesante
la stella filante
s’avventura nel ventre
del estremo polo superiore
che dell’ignoto
fa l’suo canto
espanso dal vento di borea
che sorregge dalla caduta
il ghiaccio terreno
dal calore di quel ragazzo
che perse per insensibilità
di due inferni viventi
che impallidire fanno
le creature del freddo
dall’alba più oscura dei tempi

“È tutta colpa
di quei miseri pari
se mi ritrovo
congelato nel calore
che non estinguo
in alcun modo
anche impegnandomi
dalla mia parte ho solo
i diavoli
che mi dicono
(Solo vendicarti ti potrà perdonare
un gesto insulso e impulso
che sul farò ti fece arrivare
devi sciogliere quel mondo
che ti rese vago
oppure dal freddo
non farai più ritorno)
hanno ragione,
perché dovrei lasciare tutto spento?
sono il giudice del mondo
e in quanto tale,
non risparmierò
neanche un morto”

si vide al centro del lago
l’ardente signore
che divenne frutto della forza
delle luci oscure
si innalzò al cielo buio e nuvoloso
e con un grido sciolse tutto
quella concreta nebbia fredda

“Ora che sono puro,
ringrazio i miei cari
adesso subiranno
le pene viscerali
del dolore più grande
che mi rese tale
posso garantire
senza alcun dubbio
che i miei raggi
sanno ascoltare
coloro i quali
sanno bruciare”
  • Attualmente 0/5 meriti.
0,0/5 meriti (0 voti)