Sopraggiunsi proprio nel momento più terribile
Quando il loro sguardo rimase impassibile
Cadde sui miei occhi e, con violenza, al suolo
La vita svanì: uccisero moglie e figliolo
Strinsi il sangue del mio sangue di codesto dramma
Lo sollevai e riadagiai accanto la sua mamma
Cercai tra le riflessioni più inverosimili
Due dolori diversi, due dispiaceri simili
Traumi che si sommano, diventando un'entità:
"L'abisso degli abissi", ove non vi è pietà!
Guardai quegli splendidi volti per l'ultima volta
Ne tumulai le membra con ogni pietra raccolta
Seppellii tutta la mia vita con le mie mani
Le stesse che li proteggettero dagli arcani
Così, giurai che mai e poi mai avrei più amato
Il mio cuore, furioso, con loro era andato
L'assassino, oltre la sorte, perse il suo stemma
Seguii le sue tracce, non furono un dilemma
Ti ho trovato, senza scrupoli di un marrano
Con indosso l'oro della mia famiglia, invano
Così sei anche un nobile di alto casato
Che fa il ladro e il boia perché annoiato?
Vieni dinanzi a me, non avrò alcuna pietà
Urlerò per non udire il tuo grido di viltà
Chiuderò gli occhi per non vedere il tuo strazio
L'umanità terrà conto del tuo pagato dazio
Non mi nutrirò della maleodorante carne
E' pregna del tuo veleno, non saprei cosa farne
Per quanto io debba patire questa mia catena
La vendetta renderà sopportabile la pena
Egli, morente, esclamò: "Grazie, mio cavaliere
Per aver fermato chi vi ha dato dispiacere"
"Nessuno, sinora, era riuscito nell'intento
Il vostro tono esprime un raro sentimento"
"Quando vi vidi giungere, compresi subito
Che sarebbe giunta la mia ora dopo l'accubito"
"Voi non potete comprendere quanto vi sia grato
Per avere finalmente, la mia fame, placato"