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Pubblicata il 16/03/2022
Incubi.
dirupi selvaggi
a strapiombo sulla scogliera,
irte montagne che sovrastano
la luna.
notte dove l’angoscia
si mescola al paesaggio
triste, la quiete
incorniciata dalla paura.
sensazioni strane
si diffondono
nella sera
la luna non aizza il buio,
tenebra silente
dove il raggio arriva
sotto forma di ombra.
il gufo richiama l’attenzione
e tutto si aggroviglia
con raggi
di solitudine.
cecità sparsa dentro ognuno di noi,
non si comanda al cuore,
prende l’amore e lo porta con sé, senza
pensare, senza oscillare il minimo dubbio.
e allora piove, piove dentro sensazioni
mai provate,
lasciate sopite e mendicate,
piove nel dramma solitario
di una vita dimenticata.
solo la luna ti può dare una mano
lei solo sa, il dramma di ognuno
di noi ed è scritto nelle pietre di lava
di un vulcano spento, dove la luna fa capolino
nelle sere sperdute.
dentro un secchio lasciato nel bosco,
sotto un camino nella Vigilia di Natale,
dentro una Chiesa nel giorno più bello.
poi chissà, sparse ovunque si vada
con la brama e la bruma della notte
con il chiasso e il silenzio
dove la vita scorre oppure tace
dove lo sguardo si volta dall’altra parte
e gli occhi piangono per il silenzio di chi ti è accanto.
solo la notte ti confonde
con il suo mantello e il giorno
ti trova libera dagli angusti pensieri
e allora la giornata inizia
senza lasciare traccia del sogno passato,
dimenticato, avanti con l’io consolidato
come lo vogliono gli altri.
e tu piccola stella della notte
vola libera dove ti porta la fantasia.
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