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Pubblicata il 07/02/2022
I Continenti furono un'invenzione
d'acqua, di lune e di fratture d'osso,
scaglie prepotenti in continuo fermento.
Ma in assenza di un tempo interno,
soggettivo e maledetto,
dov'è adesso la mia compagna di allora,
quella compagna di bacche e licheni?
Dove spingerà,
in questa smodata era di calendari,
in questi blister di codeina,
gli acuti del suo sguardo
irripetibile ed irriverente?
Mi insegnò che le lancette
sono nebbia
e le tracce del lupo vanno leccate,
non odorate.
Mi parlò di fiumi come contrafforti
che attendono l'impeto
dei cavalloni di sabbia
che sorgono da vortici di nulla
al centro dei deserti.
Eppure abitai quelle vuote stanze
ma non ne illuminai le finestre.

Lucy dove sei?
Ti acciufferei per la coda
se solo potessi riportami a casa
ma adesso lo sciame esce
dai cinema intossicati di sigarette
ed i tram scorrono veloci
sulle verghe di luce.
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Amara e profonda... Ma Lucy chi è?

il 08/02/2022 alle 03:09

(invenzione-tempo interno, soggettivo e maledetto-nebbia-le finestre-Lucy). Lucy è una guida, un faro nella notte, c'è movimento in questa poesia, quello di un tumulto interiore che somiglia al tempo quando si mette male.

il 08/02/2022 alle 08:32

Lucy è la femmina primordiale, istintuale, generativa. Forse non un faro ma sicuramente la prima luce.

il 08/02/2022 alle 08:43

La nostra bisnonna australopiteco.

il 08/02/2022 alle 08:56

Bella.

il 08/02/2022 alle 12:00

grazie dani

il 08/02/2022 alle 12:01