PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 04/02/2022
Alla quarta ora di notte, sul primo sonno,
non addolorarti se questo vento
non è buono per raccoglier castagne.
Non te ne curare, confida
nella gocce di pošca
che stillano sulla macina
delle tue secche labbra
e dimentica il canneto di sorgo
e le secche mazze di finocchio
con le quali volavi nei cieli di latte
"col me Zulian", parole tue.
Spenta l'estate,
quando la conta delle stelle
più non torna, la creatura,
che subito ebbe gusto del latte
più non ne volle
e nondimeno volle mai tettare
alcuna balia.

die Veneris 15 Decembris
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nelle gocce...

il 04/02/2022 alle 13:00

Le tue dissezioni emotive riportano, dolorosamente, al momento e alla persona.Ti devo studiare ancora un po' prima di ricominciare a scrivere. Ma temo di essere stato stregato. Nota Non sapendo cosa sia "pošca" lo chiedo a Google. Il secondo risultato è una poesia:"Scarrùcola questo cielo sotto nuvole pitòcche che librano gli acidi d'un tempo perduto. Intanto arriva la tua pošca* quasi fosse assenzio puro..." di un certo ancientdreams del 2015.

il 04/02/2022 alle 16:43

Le pause servono per tornare ad inchiostrare pagine vuote, più o meno intensamente poco importa. A rileggerti al più presto e scoprire quanto una eventuale fascinazione abbia avuto effetto.

il 04/02/2022 alle 17:23