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Pubblicata il 31/01/2022
L’Ade, deforme ubicazione
del freddo Erebo
ove egli regna, se disposti
a credere nella solitudine
che spersa, cammina per vie buie
dove le Moire con Atropo
sacrificano l'essenza di Zoè
senza far caso a chi è vicino...

luogo di ritrovato piacere
dove il Tartaro ogni cosa
baratta col potere
e tutto vi appare incerto
come il rumore del frastuono
nell’invidiato silenzio di Bios
trasformando onde di vita
in immobile sapere
ben oltre la prossima fine,
e qualora si pensi d’essere arrivati
alla fine dell’Acheronte,
in quell’oscurità che fa dell’Erebo
affine al Chaos e alla Caligine,
i turpi genitori lo fecero amante
della sorella Notte,
ove or tutto tramuta nel nefasto girone
sino al termine dell’Ade.

l’inferno vive in noi in particelle di dolore
che si nascondono tra le pieghe
della quiete interiore,
dove ogni anima fraterna
si rispecchia nel Fato e nella Miseria
che assieme ad Amore e Pietà
s’impersonifica in Psiche
ch’è tuttora nostra anima
in un soffio di vita…

da soli o in numerosa compagnia
attendiamo il visto di Caronte
ad attraversare lo Stige,
dopo che Cloto ha già tessuto
e Lachesi ha già misurato
quel misero filo
destinato alla forbice di Atropo
compiendo il nostro destino,
quando anche Ipno
avrà ragione dell’inferno in noi...

© Saverio Chiti, 24 gennaio 2022
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Intrigante quanto interessante. Saluti

il 31/01/2022 alle 20:17

Scritto bene, meno male che per mutuo possesso abbiamo anche gli altri stati! Un saluto.

il 31/01/2022 alle 20:47

L'attendiamo con la giusta accoglienza, una cosa le chiedo che cerchi di fare il minor rumore possibile, soltanto per non far soffrire di più chi resta, che avrà tanto ancora da fare, sagge parole che ci stanno tutte Buona giornata Tonino

il 01/02/2022 alle 09:57